1 maggio 2017, i Nostri Terribili Tempi Moderni

Quando venne proiettato per la prima volta il film Tempi Moderni (Modern Times) di Charlie Chaplin era il 5 febbraio del 1936.
Si tratta di più di 81 anni fa
L’operaio Charlot aveva dei compiti ripetitivi che doveva assolvere dentro ritmi disumani dentro una catena di montaggio, oggi potrebbe lavorare per Amazon e i suoi ritmi non sarebbero certo più umani.
Dopo 81 anni l’automazione è aumentata a dismisura e tanti operai come Charlot sono stati espulsi dal mondo produttivo; per quelli che ancora lavorano in catena è cambiato ben poco, sia che lavorano in Europa o nel Terzo mondo, i loro gesti sono misurati in relazione alla produzione. Viene misurata la pausa pranzo e quella  per  andare in gabinetto, e a volte negate.

Il livello di disoccupazione è aumentato mentre l’orario di lavoro in molti casi viene ad accrescersi con ore di straordinario obbligatorio. 
 Disoccupazione, immigrazione, lavoro nel Terzo mondo, sono i tre elementi usati per tenere depressi i salari.
 La ricchezza è aumentata ed è sempre di più concentrata in poche mani. 
 Il piccolo lavoro autonomo viene ostacolato dalla burocrazia,  mentre si concedono licenze a multinazionali che operano nei servizi e nel commercio;  si vengono così  a creare pochi posti di lavoro dipendente a fronte dell’espulsione dal mercato di tanti lavoratori autonomi.

 Un reddito minimo che possa coprire  i periodi di disoccupazione viene additato come Utopia di difficile realizzazione, e la maggior parte dei movimenti politici cavalcano il desiderio di far pagare meno tasse (ovviamente a tutti ed anche ai più ricchi), viene spacciata favola della crescita della ricchezza come l’unico antidoto alla soluzione di tutti i mali . 
Cosa è cambiato da quei Tempi moderni di Charlot, pare nulla, eppure qualcosa è cambiato: Charlot concludeva con un messaggio di speranza che oggi, dopo tante sconfitte,  pare difficile intravedere. 
Ma se vogliamo tirarci fuori da questi Nostri Terribili Tempi Moderni abbiamo bisogno di un messaggio di speranza.
Oggi, anno 2017, occorre far maturare la società verso la consapevolezza di affrontare due grandi necessità: un reddito di base per tutti e una riorganizzazione sociale che permetta di lavorare meno per lavorare tutti.
Francesco Zaffuto


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post inserito il 01/05/2017
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2 commenti:

  1. Epilogo giustissimo di un post che mette in luce il male dei nostri tempi "moderni", ma il problema ulteriore è che molta gente è popolino e si rifugia nel suo "circenses" che oggi è dato da facebook, dal cellulare di ultima generazione comprato a rate a costo di non mangiare e di gente (la maggior parte non tutta) che ha poca voglia di mettersi in gioco anche per gli altri.

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    1. su questo hai ragione: un vuoto di memoria che si mangia la memoria

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