Divenire piante – il giunco

Virgilio cinge Dante di un giunco perché possa passare dall'Inferno al Purgatorio.

Divenire piante è il tema di poesia dell’incontro del 16 Maggio 2018  alle ore 17,30 dei Poeti dell’Ariete (Milano – Gran Caffe al Foro Buonaparte 67 MM1 Cairoli), nel riproporre l’invito di Luigi Giurdanella che trovate su questo link

                                                                       “divenire piante”


mi sovviene una riflessione su una pianta particolare, il giunco.

Nel primo canto del Purgatorio, Catone incontra Dante e Virgilio che hanno attraversato controcorrente il fiume infernale e sono approdati al lido del Purgatorio.  
 Dopo aver chiesto chi sono, ed ascoltata la loro lunga risposta, Catone raccomanda a Virgilio di cingere Dante con un giunco, poiché  è necessaria la qualità di quella pianta per allontanarsi  definitivamente dall’inferno e proseguire il viaggio che lo porterà a sollevarsi.
 L’ansia di libertà che pervade Dante, simile a quella che pervase Catone,  si deve in qualche modo completare con  la qualità di quell’umile pianta;  il viaggiatore Dante deve diventare giunco, perché quella pianta ha la capacità di piegarsi umilmente ed anche quella di riemergere dopo essere stata travolta dalla tempesta delle acque.  (fr. z.)

«Chi siete voi che contro al cieco fiume   40 
fuggita avete la pregione etterna?»          41
…………
Or ti piaccia gradir la sua venuta:     70
libertà va cercando, ch’è sì cara,       71
come sa chi per lei vita rifiuta.           72

………………….
Va dunque, e fa che tu costui ricinghe      94
d’un giunco schietto e che li lavi ‘l viso,    95
sì ch’ogne sucidume quindi stinghe;         96


ché non si converria, l’occhio sorpriso            97
d’alcuna nebbia, andar dinanzi al primo         98
ministro, ch’è di quei di paradiso.                    99

Questa isoletta intorno ad imo ad imo,          100
là giù colà dove la batte l’onda,                        101
porta di giunchi sovra ‘l molle limo;                102

null’altra pianta che facesse fronda                 103
o indurasse, vi puote aver vita,                          104
però ch’a le percosse non seconda.                  105
………………….

Venimmo poi in sul lito diserto,                       130
che mai non vide navicar sue acque                131
omo, che di tornar sia poscia esperto.            132


Quivi mi cinse sì com’altrui piacque:            133
oh maraviglia! ché qual elli scelse                 134
l’umile pianta, cotal si rinacque                     135

subitamente là onde l’avelse.                        136


Intero canto primo
Link delle immagini qui riportate da

Post inserito il 13/05/2018
Altri post di Arpa eolica della sezione Poesia
Per i post recenti o in evidenza di Arpa eolica vai all’Home page


Nessun commento:

Posta un commento

Post aperto a dibattito, si possono inserire commenti immediatamente ed automaticamente – i curatori di arpa eolica si riservano di cancellare rettifiche e commenti che possano contenere offese a terzi o appelli alla violenza. Grazie per i commenti che andate ad inserire.